2020, l’anno sospeso tra realtà e fantascienza

by Marina Caccialanza

Un anno sospeso, che ha rimandato le nostre vite a data da destinarsi.

2020, duemilaventi:
la numerologia (lo studio del significato energetico dei numeri) lo indicava come anno particolarmente fortunato: un anno 4, ossia 2+2 = 4.

Dunque il 2020 avrebbe dovuto essere, sempre se vogliamo credere al simbolismo, un anno dominato da equilibrio, ordine, pace e responsabilità. Il 4 come simbolo del lavoro e della sicurezza.

Qualcosa è andato storto. Forse le stelle hanno sbagliato strada.

Questo 2020 sembra un anno sospeso tra realtà e fantascienza.

Adesso chiudo gli occhi e quando li riaprirò scoprirò che è stato tutto un brutto sogno.

Non è così, purtroppo. Il 2020 tanto atteso si è rivelato una bella fregatura.

Siamo tutti in attesa: di contare i danni leccandoci le ferite, di asciugare le lacrime, di riappropriarci di quella vita che prima ci pareva tanto grama e che oggi aneliamo.

Quel che è certo è che abbiamo un’occasione, quella di riflettere e studiare il modo di  ripartire.

Niente sarà uguale, ma tutto sarà ancora. Dobbiamo solo imparare: cosa?

Lentezza – la frenesia e la fretta non faranno più parte della nostra esistenza. Dobbiamo imparare ad essere pazienti e aspettare che il ritmo naturale della vita si svolga in armonia, senza forzature e corse inutili.

Gentilezza – siamo tutti esseri umani e tutti abbiamo esigenze, sentimenti, debolezze e risorse: siamo comunque alla mercé del destino.

Risolutezza – perdersi d’animo e rimpiangere il passato non serve: fare progetti mirati e ragionati è il modo per affrontare il cambiamento e ottenere dei risultati utili.

Coesione – mai come in questo momento l’espressione “fare squadra” ha un significato; se la risolutezza non troverà coesione sarà inutile.

Generosità – che non vuol dire aprire il portafoglio e fare una donazione, certamente importante e per la quale è giusto ringraziare, ma fare in modo che queste donazioni giungano a segno per il bene di tutti.

Egoismo – ma come? Dopo tutto quello che si è detto? Sì, inteso come volerci bene sul serio, voler bene a noi stessi.
Proviamo a stimolare reazioni positive ritagliandoci un momento di gratificazione, per esempio facendo ginnastica, cucinando (con quello che troviamo nel frigo), pregando, leggendo un libro o chiacchierando al telefono con un amico; sferruzzando, lavando la macchina (nel box), facendo ordine nell’armadio o appendendo quel quadro che sta appoggiato al muro da mesi.

Chi può, lavori, perché prima o poi toccherà fare i conti ognuno con la propria attività.

Sono piccole cose ma ci danno la misura della nostra dimensione: prendiamoci cura della nostra salute fisica e mentale e allo stesso tempo costruiremo le basi per tornare alla vita.

Il 2021 arriverà.  

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