Oss de mord e pan di mort

by Marina Caccialanza

A Milano, più che i Santi, si festeggiano i Morti.

Detto così suona male, lo capisco, ma esprime semplicemente l’usanza di considerare festa religiosa da rispettare quella del 2 novembre – i morti appunto – più che il 1° novembre festa di Ognissanti.

“Cosa te fée per i mort?” – cosa fai per il giorno dei defunti – si chiedeva in dialetto.

In quel giorno si visitano i cimiteri e si rende omaggio ai defunti. Tornati a casa dopo il lungo giro per rifornire di fiori le tombe dei propri cari, un tempo c’era l’abitudine di rifornire la tavola nella convinzione che le anime dei defunti si ripresentassero in quell’occasione per ritrovare il calore delle proprie case.

Per dare loro il benvenuto si preparavano dei dolci da presentare in tavola o da regalare ai bambini. Dolci semplici, casalinghi, chiamati appunto pan di mort, il pane dei morti, e i oss de mord, le ossa da mordere.

Se fino a una ventina d’anni fa erano comuni nelle pasticcerie e nei panifici milanesi, oggi è difficile trovarli, eppure sono dolcetti facili da preparare e da gustare.

Un vero peccato che certe tradizioni sfumino nell’aria soffiate via da altre considerate più moderne. In fondo a pensarci bene cosa c’è di diverso dal “dolcetto o scherzetto” degli anglosassoni?

Loro intagliano zucche, noi facciamo il pan di mort e i oss de mord…

Veramente il menu del 2 novembre, secondo la tradizione come ce la tramanda Ottorina Perna Bozzi nel suo Vecchia Milano in Cucina, prevede ceci con la tempia di maiale a lesso; ma di questo piatto gustoso e un po’ rustico magari ne parleremo un’altra volta.

Per terminare il pasto, ecco i biscotti della tradizione.

Gli oss de mord (ossa da mordere) sono biscotti di farina e mandorle dolci impastati semplicemente con albume d’uovo, zucchero e scorza di limone grattugiata; i pan di mort sono più ricchi di ingredienti e preparazione e comprendono cacao, cioccolato, vino bianco, miele, frutta candita e mandorle. Spolverati di zucchero a velo si presentano agli ospiti da intingere nel mascarpone. Una goduria.

Del resto bisogna tirarsi su di morale dopo il cimitero, no? Oggi, poi, piove…l’è propri el temp di mort.