Quanto ci piace la TV!

by Marina Caccialanza

Cercasi pasticcere per programma televisivo: estroverso, dotato di buona presenza scenica, consapevole della tempistica. Requisito indispensabile: voglia di comunicare cultura. Che sia un bravo pasticcere, lo diamo per scontato

I pasticceri in TV si dividono in scuole di pensiero e si presentano con stili differenti, secondo le loro personalità: quelli che partecipano alle trasmissioni televisive d’intrattenimento in veste di ospiti, più meno fissi, e quelli che rivestono un ruolo di protagonisti in tutorial di cucina su canali tematici con programmi specializzati. Questa separazione dei ruoli non penalizza nessuno ma mette in evidenza un diverso approccio allo spettacolo e differenti modalità di comunicazione. Comunque ci si avvicini al piccolo schermo, una cosa è certa: la TV piace e fa bene, al pubblico, ai pasticceri e alla pasticceria.

Maurizio Santin ricorda bene queste parole: “ È così che mi incoraggiò nel 2004 a prendere parte al mio primo programma televisivo, e nelle sue parole c’è un fondo di verità. La comunicazione attira la gente, ma bisogna farla bene perché il pubblico vede e giudica”. Santin ha scelto una televisione di nicchia, Gambero Rosso, canale tematico specializzato, che gli ha dato la possibilità di far giungere il suo volto, le sue parole e la sua tecnica a un pubblico vasto e interessato al quale ha potuto offrire un messaggio coerente con la sua professione, con la serietà e l’impegno che servono per fare il pasticcere, e lo ha fatto insegnando. “Probabilmente, sulla TV generalista - dice Santin - avrei fatto più show e meno cultura, ma il risultato sarebbe stato simile e il ritorno di visibilità sarebbe stato altrettanto importante”. Programmi ce ne sono di ogni genere, alcuni hanno mostrato un’immagine un po’ distorta della realtà, ma secondo Maurizio Santin quello che la TV può dare in termini di visibilità non è paragonabile a nient’altro e genera dei risvolti positivi per il pasticcere e per la pasticceria stessa, in quanto divulgazione di uno stato dell’arte altrimenti sconosciuto ai più.

Tra i veterani dell’esposizione mediatica in TV, Salvatore De Riso è certamente tra i più popolari grazie alla sua partecipazione a innumerevoli programmi a partire da I Fatti Vostri o La Vecchia Fattoria fino a La Prova del Cuoco dove, grazie alla sua verve e alle sue capacità riesce a trasmettere agli spettatori, con immediatezza e in tempi brevi, le fasi e le tecniche principali della preparazione di un dolce e piccole raffinatezze da professionista che lo spettatore è in grado di recepire. La sua è una comunicazione spontanea fondata su solide basi professionali e ottime doti comunicative. “La Tv è uno straordinario strumento che ci porta nelle case della gente e ci fa conoscere al grande pubblico – afferma De Riso – come mai potremmo fare restando nei nostri laboratori. Le nostre capacità emergono e la TV diventa un trampolino per una serie infinita di opportunità. Diventiamo noi stessi una storia, viviamo di pubblico e le nostre capacità professionali, che certo non devono mai mancare, godono di una eco di straordinaria efficacia per la nostra attività”.

Cultura è la parola chiave per una comunicazione efficace e costruttiva. Di questo è convinto Luca Montersino che rivendica l’impegno che l’ha visto protagonista di alcuni tra i migliori programmi apparsi negli ultimi 15 anni, su AliceTv e in Rai: “Quando ho cominciato, oltre ad essere criticato da quei colleghi che non intuivano l’importanza di questo mezzo di comunicazione e hanno impiegato anni per convincersi, ho dovuto faticare molto anche a far accettare alle produzioni il mio obiettivo principale: fare cultura del cibo. Sono orgoglioso di aver alzato il livello culturale del pubblico – che poi sono i nostri clienti – e aver fatto capire loro il valore di quella torta che noi vendiamo, insegnando a non aver paura di provare le tecniche più disparate, di usare gli strumenti adatti. Se oggi tanta gente ha comprato e imparato a usare una planetaria o sta pensando di acquistare un abbattitore casalingo è anche grazie ai miei programmi dove per primo ne ho mostrato l’uso e le finalità. Abbiamo bisogno di fare cultura e formazione per dare valore ai nostri gesti, ai nostri prodotti, senza paura di svelare chissà quale segreto: la gente vuole sognare, non mettiamo limiti, tutto si può”.

E allora, se la gente vuole sognare, perché non offrire loro la possibilità di farlo con programmi in cui quel sogno proibito, la pasticceria, si trasforma in realtà. L’importante è farlo con intelligenza e garbo, come conferma Alessandro Servida che ha da poco concluso la sua fortunata esperienza su Rai2 a Detto Fatto e sta per approdare, da ottobre, su La5 con un programma tutto suo del quale sarà anche conduttore: “Intorno alla pasticceria c’è sempre stato un velo di mistero, come fosse qualcosa di inarrivabile per i comuni mortali. È difficile certo, ma siamo riusciti ad attirare la gente, ad appassionarla e questo è solo utile e positivo. La TV avvicina, diverte, invita a parlare e a confrontarsi, coinvolge e stimola. Questo si traduce in un vantaggio per tutti perché se il cliente comprende che può cimentarsi in qualcosa di più della torta rustica e che i dolci più complessi che vede nelle nostre vetrine sono frutto di lavoro, studio, ricerca e tecnica, riesce ad apprezzarli meglio. Andare in TV vuol dire avere una visibilità, per noi stessi e per la pasticceria, altrimenti irraggiungibile restando chiusi tra le mura del nostro negozio, e questo non può che essere positivo”.

Maestro di pasticceria e di comunicazione, Roberto Rinaldini ribadisce il merito dei programmi televisivi nell’aver favorito l’interesse dei giovani per la pasticceria e per la cucina in generale: “ La gente ama fare i dolci, è un hobby piacevole e divertente. Il nostro compito è trasmettere la passione per l’alta pasticceria rendendola fruibile e comprensibile a tutti; questo faccio nei miei programmi - come A Lezione da Rinaldini su Cielo - e ogni dolce che presento è un pezzetto di cultura; fare cultura non è mai sbagliato. La TV è uno strumento di comunicazione potentissimo, soprattutto per quei pasticceri che sono conosciuti solo nel nostro piccolo mondo. Per chi come me è attivo da molti anni con strategie mirate di comunicazione e di marketing, attraverso i social e la pubblicità, essa riveste un’importanza minore al fine di incrementare il business - ero conosciuto anche prima di iniziare in TV, e per la mia attività non è cambiato molto – ma ha comunque una rilevanza notevole nel comunicare i valori del nostro mestiere”.

Valori che è importante trasmettere con un messaggio corretto: una cosa è saper fare una buona torta, un’altra essere pasticcere professionista; ma professionisti o amatori, gli spettatori vogliono cucinare.

Ernst Knam, col suo programma Bake Off, ha rivelato la passione e l’impegno dei pasticceri dilettanti che hanno partecipato al contest e ha attirato stuoli di spettatori che in loro si sono immedesimati e con loro hanno sofferto. “Noi entriamo nelle case della gente – dichiara Knam – e questo è, per noi e per la pasticceria, una pubblicità pazzesca. Da 25 anni la mia pasticceria è conosciuta a Milano, ma solo la televisione mi ha dato la notorietà e ha fatto di me un personaggio: in TV esprimo la mia personalità, metto in evidenza le mie capacità e la gente apprezza e mi cerca. Questo è stato molto utile per la mia attività perché la pasticceria è un prodotto di lusso e dobbiamo fare in modo che il pubblico ne riconosca il valore. Lavorare con concorrenti amatoriali, inoltre, mi ha aiutato a far capire che essere un pasticcere professionista è qualcosa di molto diverso dal saper fare i dolci, perché il risvolto della medaglia di questa diffusione dei programmi di cucina in Tv può essere il dilagare di presunti esperti ovunque. Ma, banali critiche non intaccano la sostanza; la nostra personalità e professionalità restano, e la Tv ci permette di metterle in risalto”.

Articolo pubblicato su Il Pasticcere – Italian Gourmet, giugno/luglio 2017

Foto:  il dolce della foto è una creazione del pasticcere Frank Haasnoot