Stasera pizza, da Piquadro

by Marina Caccialanza

“Vorrei 3 pizze da ritirare per le 20,30: una Biancaneve, una Margherita e una Cosacca”. Alessandro prende nota e al momento giusto si mette all’opera.

È un uomo solo al comando, Alessandro Mele, giovane pizzaiolo di Reggio Emilia che dopo aver studiato per diventare tecnico di laboratorio biomedico ha deciso che era meglio trascorrere la giornata impastando pizze ma a contatto con la gente.

E così, finita la scuola, si è dedicato anima e corpo a quello che fino a quel momento era solo un hobby e ne ha fatto un mestiere. L’occasione nel 2014 è un cambio di gestione in un locale di pizza da asporto: presto fatto, Alessandro si getta a capofitto e da apprendista diventa titolare e pizzaiolo a tutti gli effetti. La pizzeria Piquadro apre al pubblico rinnovata e con un nuovo interprete.

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Sono i suoi 50 mq di soddisfazione, è un lavoro tutto suo – e infatti ci lavora da solo – ma soprattutto in quei 50 mq i reggiani possono trovare una pizza nuova per gli standard cittadini, un ambiente giovane, l’entusiasmo e quel pizzico di follia che solo le menti brillanti possono offrire. La Pizzeria Piquadro è una ventata di novità.

“Da autodidatta o quasi – racconta Alessandro – all’inizio ho potuto proporre solo una pizza anonima ma non ero soddisfatto e così mi sono dedicato a studiare, ricercare, informarmi e con l’aiuto della rete, amici colleghi di ogni parte del mondo, per 5 anni ho approfondito la materia e finalmente dopo aver buttato via chili su chili di impasto, sono riuscito a dare alle mie pizze quell’identità che volevo. Adesso faccio una pizza d’ispirazione napoletana, morbida col cornicione, con un impasto frutto di un blend di 3 farine diverse: da Molino Caputo, la farina blu classica per pizza, la rossa più forte e, a seconda della stagione, una percentuale variabile da 5 a 15% di integrale per aiutare l’impasto a raggiungere la giusta maturazione in 20/30 ore. È un buon prodotto, che cerco di valorizzare con ingredienti di qualità”.

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Alessandro Mele


Solo asporto: le dimensioni del locale non permettono altro che un bancone con 14 posti a sedere ma niente somministrazione, e poi Alessandro è da solo alla guida. Ma la pizza è eccellente e in città la gente comincia ad accorgersene: “Parlo con i clienti – spiega Alessandro Mele – cerco di far capire che la ricerca sugli ingredienti, lo studio degli impasti e l’artigianalità delle farciture, sono un valore aggiunto, che giustificano il prezzo considerato un po’ sopra la media per una pizza da asporto. La carta è breve e le pizze sono quelle classiche ma c’è molta cura dietro a ogni ricetta. Un po’ alla volta sto introducendo nuove referenze come la Biancaneve, con pomodorini confit cucinati da me; come la Cantabrica o la reinterpretazione della Cosacca; o quella con fiordilatte e provola e in uscita un pesto di rucola e basilico fatto in casa.  Insomma, è una pizza da asporto, ma non è banale, ha la sua personalità e ci tengo”.

Bene, dunque la pizza da asporto a Piquadro è il nuovo che avanza, è la pizza giovane e dinamica da gustare anche con gli occhi su facebook o instagram, quella che in città mancava. Bravo Alessandro!

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sala&cucina luglio 2019