DolceMente, la fragilità come risorsa
C’è chi non parla ma lavora alacremente e quando è soddisfatto batte le mani; una è l’artista del gruppo e a Pasqua decorerà le uova di cioccolato; qualcuno è timido e sbircia di sottecchi ma non smette un attimo di impastare biscotti col sorriso sulle labbra.
Poi c’è Antonio, è il “capo pasticcere” e si è assunto il compito di dirigere la brigata perché ha studiato all’Alberghiero e ha avuto perfino esperienze lavorative in qualche ristorante della zona.
Antonio è entusiasta di illustrarci i pregi del nuovo forno installato nel laboratorio ed è ansioso di farci sapere quanto sono buoni i dolci che sforna.
Gli
altri stanno in disparte, ma si vede che sono emozionati e orgogliosi di
lavorare come dei veri pasticceri con divisa e cappello!

i ragazzi del laboratorio DolceMente
Sono alcuni ragazzi di iCARE, Società Cooperativa Sociale Onlus che accoglie e assiste con numerose attività persone in stato di fragilità – disabili fisici e mentali, immigrati e donne maltrattate - seguendo il principio di don Milani: “Il problema dell’altro è uguale al mio, uscirne insieme è fare politica”.
Siamo
in un laboratorio di pasticceria in un luogo molto, molto speciale. Qui, grazie
all’impegno dei tanti volontari e il supporto della Curia, è nato il progetto
DolceMente, un laboratorio di pasticceria di comunità dedicato a ragazzi
fragili che vivono una condizione di disagio fisico, mentale, familiare o
economico.

Antonio illustra il funzionamento del nuovo forno
Terminata la fase scolastica, dopo i 18 anni d’età, queste persone rischiano la reclusione in casa, l’isolamento e l’inattività che porta immancabilmente al peggioramento delle loro condizioni psicologiche e mentali.
Il
lavoro manuale e il gruppo sono la cura migliore per farli sentire parte della
società, accettati e apprezzati per quello che possono offrire. E possono
offrire molto a chi li sa capire e guidare.

Ci troviamo a Cerreto Sannita in provincia di Benevento e i locali che accolgono DolceMente fanno parte di una struttura ampia, un antico orfanotrofio ristrutturato parzialmente e adibito ad accoglienza e ufficio diocesano.
Hanno atteso con ansia la nostra vista e noi ascoltiamo il racconto dei volontari e dei responsabili della struttura. Vediamo e viviamo nell’atmosfera che ci circonda e negli sguardi dei ragazzi con quanta passione Antonio e la sua allegra “brigata” s’impegnano riuscendo a superare le loro difficoltà, grazie all’amore che li unisce e alla generosità di quelli che li accompagnano nel percorso, difficile, di integrazione.
Pasticceri della zona, tutor scolastici, assistenti sociali, psicologi offrono il loro contributo e giorno dopo giorno accompagnano i ragazzi di DolceMente nel loro cammino nel quale si confrontano con impasti e cotture, decorazioni e ricette per sfornare piccole delizie da proporre alla vendita presso aziende amiche, ristoranti, negozi o in spedizione.
Hanno imparato che col lavoro manuale, tutti insieme, possono superare fragilità e diffidenza, disagio sociale e isolamento.

tutti insieme, al lavoro per produrre ottimi biscotti
E così la fragilità diventa una risorsa; con iCARE nascono progetti e
sinergie.
iCARE è un luogo creativo per un nuovo sviluppo locale, che attiva reti con
il
mondo delle imprese, del credito, delle istituzioni con un processo
partecipativo dal basso che anima la possibilità di futuro, un luogo di lavoro
e di coordinamento delle varie attività di volontariato e di cooperazione
sociale, per favorire la condivisione di idee, di proposte, di energie e
l’attivazione di un nuovo volontariato.
DolceMente, spazio condiviso di inclusione sociale, vuole fornire a questi
ragazzi le competenze necessarie e spendibili per affrontare la vita
lavorativa; è un progetto di vita adulta per chi spesso, dalla società, adulto
non è considerato mai e invece può e deve esserlo.
Pasticceria secca, torte, bomboniere e segnaposti, regali aziendali e
banqueting. DolceMente può farlo! Io li ho assaggiati…i miei preferiti? Le
coccole fichi e noci ma sono tutti buoni perché fatti con amore, non solo con
le capacità acquisite e la buona volontà.
“Io mi chiamo Antonio – ci ripete l’intrepido “capo pasticcere” – non sbagliate
a scriverlo eh?!”
Tranquillo, Antonio, come dimenticarti…
dolcemente@icareinnovation.org
Il murale in copertina è un'opera corale dipinta sul muro del giardino della struttura
