Il Grillo Parlante ci salverà?

by Marina Caccialanza

 

Nel 2050 la popolazione mondiale arriverà a sfiorare i 9 miliardi di persone. Trovare soluzioni attraverso la produzione di alimenti complementari e sostenibili a basso impatto ambientale è la sfida da affrontare.
Da un po’ di anni, qualcuno ha cominciato a ipotizzare che l’allevamento di insetti commestibili e la conseguente produzione di cibi derivati siano possibili soluzioni.
Le opinioni sono ovviamente molto discordi sull’argomento.

È innegabile che il settore offra enormi potenzialità; è tutto da inventare e costruire e qualcuno già è avanti nel progetto; Paesi come il Belgio, l’Olanda, la Spagna o la Francia hanno da tempo avviato programmi mirati, mentre in Italia siamo ancora agli albori.

Le riserve sembrano essere soprattutto di tipo culturale; l’idea dell’insetto nel piatto provoca inevitabilmente un po’ di disgusto.

Nel 2015, a Expo, ebbi l’occasione di partecipare a una degustazione singolare: alimenti realizzati con l’utilizzo di farine derivate da camole, grilli e simili. Sinceramente, se non mi avessero detto di cosa si trattava, nemmeno mi sarei accorta della differenza con una pasta integrale o una polpettina di legumi. A pensarci bene, certi insetti non sono poi così diversi, morfologicamente parlando, da lumache, rane, perfino gamberi o ostriche, alimenti considerati molto pregiati e per palati raffinati. Dove sta la differenza con un grillo o una cavalletta?

Nutrirsi con gli insetti non è certo una novità per l’uomo. Secondo la FAO gli insetti integrano la dieta di circa due miliardi di persone (poco meno di un terzo dell’intera popolazione mondiale) e hanno sempre fatto parte dell’alimentazione umana.
Quello che servirebbe, semmai, è un piano di ottimizzazione degli allevamenti, l’approfondimento di ricerche mirate a individuare eventuali rischi per la salute o per il benessere di persone e animali.

In Italia questi studi sono stati avviati, a partire dal 2012, dal Centro per lo Sviluppo Sostenibile, l’Università degli Studi di Milano, l’Università degli Studi di Torino e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie che insieme hanno dato vita al MAIC - Modello Italiano di Allevamento di Insetti Commestibili.

MAIC propone un modello sostenibile, basato sui principi dell’economia circolare, e innovativo.
Sostenibile perché risponde con un modello sicuro ai nuovi fabbisogni alimentari conseguenti all’aumento della popolazione mondiale, che hanno portato a una riflessione sulle nostre abitudini alimentari e sulla sostenibilità ambientale ed economica dell’industria alimentare e delle scelte da compiere nei prossimi decenni.

Innovativo perché presenta un approccio scientifico al tema degli insetti commestibili, proponendo un modello replicabile di allevamento sicuro, in grado di produrre proteine sane e di alta qualità e allo stesso tempo un’occasione concreta di business, rispettosa delle normative, che potrebbe rappresentare per il nostro Paese una straordinaria risorsa dal punto di vista economico per giovani imprenditori, agricoltori, ristoratori e per coloro che operano nel settore agroalimentare.

Nel giugno 2018, ha preso il via l’allevamento sperimentale che costituirà il modello di allevamento sostenibile. La scelta della specie da allevare è ricaduta sull’Ortottero Acheta domesticus, nome pomposo per definire semplicemente un grillo, in quanto risulta una delle specie più utilizzate al mondo per uso alimentare, per via del suo alto contenuto di proteine e quella maggiormente apprezzata dalle culture occidentali.
Il saggio grillo parlante di Pinocchio sarebbe lieto di essere considerato così utile per l’umanità.

Il progetto sta producendo dati e informazioni utili sulla sicurezza alimentare e sull'allevamento, la qualità del prodotto e l'impatto ambientale dalla produzione, lungo tutto il percorso di filiera.

I dati scientifici raccolti verranno messi a disposizione delle Istituzioni preposte al controllo della sicurezza alimentare, alla determinazione dei parametri di rischio e alla definizione/aggiornamento della normativa in materia.
Dai risultati raccolti si cercherà di tracciare delle linee guida per l'analisi del rischio sull’utilizzo di proteine da insetti a scopo alimentare, per produrre un disciplinare di procedure d’allevamento e per l’aggiornamento delle normative riguardanti la trasformazione e la somministrazione di prodotti alimentari.

Insomma, senza paura, senza pregiudizi, si cerca di guardare al futuro dell’umanità esplorando tutte le vie possibili, ci si può arrivare, lentamente, come una lumachina…ops, che schifo le lumache!

 

 Fonte: Centro per lo Sviluppo Sostenibile