Il Tino, protagonista il pesce
La cucina di pesce di Daniele Usai, una stella Michelin nel 2015, nasce dal mare e dal litorale romano per proseguire lungo l’estuario del Tevere e incontrare il fiume. Mare e fiume si intrecciano nei profumi e nei sapori che chef Usai interpreta con l’esperienza maturata negli anni della formazione tra Inghilterra e Roma, tra California e Ostia, con la vicinanza di maestri illustri come Gualtiero Marchesi.
Membro dell’Ire, Jeune Restaurateurs d’Europe dal 2012, ottiene la stella Michelin nel 2015 e un anno dopo apre il Tino, grazie anche all’impulso dei due soci Stefano Loreti e Domenico Stillitano, a bordo fiume, all’interno del Nautilus di Fiumicino, storico cantiere navale. Ambiente moderno, minimalista, una cucina a vista e otto tavoli centrali. In quest’atmosfera nautica, ricercata e fortemente local, Daniele Usai propone la sua personale esplorazione dell’alta cucina coniugata alle tradizioni marine locali.
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chef Daniele Usai
Il pesce è protagonista, racconta chef Usai: “Uso tutto il pescato che trovo quotidianamente all’asta del pesce di Fiumicino e frequentando l’asta mi sono reso conto che esiste una moltitudine di pescato che non viene utilizzato abitualmente nell’errata convinzione che il mare sia popolato solo da spigole e rombi. Invece, ci sono tante sottospecie fantastiche che meritano di essere valorizzate. Sono pesci che costano poco, non sono allevabili e dunque senza dubbio pescati e freschissimi. Inoltre, utilizzando questi pesci si contribuisce in maniera etica all’uso di una materia prima che non scarseggia in mare, favorendo così un consumo sostenibile”.
![pescato del giorno radici e salsa verdejpg](http://files.spazioweb.it/52/26/52266e52-fe17-4286-b1bd-b96bc1065420.jpg)
pescato del giorno, radici e salsa verde
La differenza la fa la tecnica, spiega Daniele Usai: “Con questo tipo di materia prima occorre adottare una tecnica di cucina ben strutturata, occorre conoscere bene i metodi migliori per valorizzarla. È una difficoltà, ma vale la pena di approfondire la materia; infatti, ho in progetto un’idea che vorrei sviluppare presso le pescherie del territorio: dei corsi di tecnica di cucina per insegnare alla gente il modo migliore di trattare questa materia prima e orientare in tal modo l’acquisto”.
Chef Usai adotta una cucina complessa ma in grado di creare un rapporto diretto col pescato, una cucina riconoscibile: “Ho capito che non serve fare sempre voli pindarici per dimostrare di essere bravi. Serve una buona tecnica, rispetto per la materia prima e presentazione accurata, perché anche l’estetica conta nella percezione del cliente. La mia cucina diventa un insieme di esperienze e contaminazioni; le mie perché costituiscono il mio bagaglio culturale, quelle che provengono dal territorio e dalla stagionalità e gli spunti dei miei ragazzi in cucina”.
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Per il futuro Daniele Usai ha un’idea interessante, aprire ai giovani la possibilità di sperimentare una cucina di alto livello offrendo un menu studiato per loro a prezzi contenuti: “Vorrei che passasse il messaggio che è meglio uscire di meno ma farlo bene, e introdurre alla cucina di qualità una fascia di clientela più ampia, come si fa all’estero. È una questione culturale e sarebbe un vantaggio per tutti”.
in copertina: Il giardino iodato
sala&cucina giugno 2019