Meglio un uovo oggi…?
by Marina Caccialanza
Ogni italiano mangia ogni
anno circa 314 uova, tra consumo diretto e indiretto, ossia come ingrediente di
altri alimenti. Il 40% della produzione di uova è, infatti, diretta
all’industria alimentare. Un consumo
pari a 13,4 kg pro capite; sembra tanto ma in realtà siamo leggermente al
di sotto della media europea.
38 milioni 900 mila galline ovaiole accasate in 1800
allevamenti – più della metà
disposti tra Lombardia, Emilia Romagna e Veneto con una significativa presenza
in Sicilia – rendono l’Italia
autosufficiente a coprire l’intero fabbisogno nazionale.
Il 53% delle uova comunitarie sono ancora allevate nelle cosiddette gabbie
arricchite – gabbie con uno spazio vitale leggermente più ampio delle batterie,
fuorilegge dal 2012 - tuttavia una buona parte di queste non va al consumo
fresco, presso la GDO; infatti le uova provenienti da gabbie arricchite
rappresentano meno della metà del venduto.
Cresce lentamente la quota di uova allevate bio o all’aperto e sono sempre più
numerosi i consumatori che, nelle proprie scelte d’acquisto, si dimostrano
attenti al rispetto delle condizioni di vita degli animali. Il consumo di uova
da allevamento in gabbie arricchite sta evidenziando negli ultimi anni un
declino inarrestabile, riservando invece un
ruolo preponderante a quelle prodotte da galline allevate a terra.
Le vendite registrate presso la Distribuzione Moderna rivelano le
preferenze dei consumatori: le uova provenienti da allevamenti all’aperto pur rappresentando ancora una
piccola fetta (solo il 3%) hanno registrato nel 2018 incrementi del 25% rispetto al 2017; le uova da allevamento a terra, detengono la quota principale (45%) e hanno
incrementato i volumi del 28%;
le certificate biologiche conquistano
il 9% dei volumi esitati, mostrando incrementi del 12% rispetto al 2017.
In questo scenario, per le uova provenienti da allevamenti in gabbie arricchite (che
rappresentano ancora il 42% dell’offerta al consumo) si è registrata una flessione delle vendite del 19%.
Ma chi sono i consumatori di uova in Italia? I giovani e le famiglie con
bambini piccoli sembrano aver ridotto il consumo mentre gli anziani e le
famiglie con figli di età superiore a 6 anni li hanno incrementati. A questo
proposito esistono fake news dure a morire che sembrerebbero influenzare negativamente
il consumo delle uova, alimenti di alto valore nutritivo e assolutamente
sicure. È ormai scientificamente provato, infatti, che il colesterolo
che l’organismo produce deriva in minima parte dall’alimentazione mentre è
influenzato prevalentemente dal getto calorico. Le uova sono un alimento
benefico a 360° e possono essere assunte, anche quotidianamente, all’interno di
un’alimentazione controllata a livello dei grassi saturi, perfino per i bambini.
Un punto a favore della filiera avicola
e ovaiola è anche quello segnato in relazione al carbon footprint, l'indicatore che rileva la quantità di gas
serra (anidride carbonica immessa nell’atmosfera) generati dall’insieme dei
processi agricoli e industriali necessari per produrre un determinato alimento.
Le carni si collocherebbero, infatti,
tra i prodotti alimentari con un impatto ambientale consistente ma, sebbene
l’impronta di carbonio delle carni sia più elevata rispetto a quella di altri
prodotti alimentari, come i vegetali, tale valore va messo in relazione con le
quantità settimanali di consumo degli alimenti consigliate entro
un’alimentazione equilibrata: in questo caso, la carbon footprint media
settimanale degli alimenti proteici come carni, pesce, uova e legumi risulta in
linea con quella di altri prodotti alimentari come la frutta e
gli ortaggi o i latticini per i quali gli impatti unitari medi in termini di
CO2 sono minori, ma le quantità raccomandate di consumo sono nettamente
superiori.
In sostanza, il minore consumo di questi alimenti li porterebbe alla pari di
altri più “virtuosi” in fatto di sostenibilità ambientale.
È sempre questione di equilibrio, moderazione e ragionamento e, in conclusione,
l’uovo è un alimento di grande qualità, proveniente da una filiera verificabile nella quale l’attenzione alla sicurezza è estrema.
Fonte: Ismea e UniItalia