Vini Falezze, il valore del terroir
Un’azienda giovane per un terroir antico, unico al mondo. Un vignaiolo, Luca Anselmi, e una passione che nasce dal rispetto per la terra e dalla volontà di conservarla in quanto patrimonio.
Falezze in Valpolicella si estende su 7 ettari, dimensioni che indirizzano verso una
produzione di vino in quantità limitata. Questo non è un difetto, per Luca
Anselmi: studi di biologia molecolare, agraria e nutrizione, nei quali è
esperto, gli insegnano che un terroir piccolo ma ricco di biodiversità può
diventare la culla per vini di alto profilo. La particolarità diventa un
pregio.
Nel 2008 inizia un percorso di analisi
sui terreni di famiglia, studia le uve che vi si producono e scopre che lo
sviluppo del territorio tra i 200 e i 250 m s.l.m. con esposizione da sud ovest
a nord ovest consente, lungo la sua pendenza tra 5% e 30%, di raccogliere le
uve scaglionate, permette di controllare grappolo per grappolo con
meticolosità.
Sono vigne storiche con un’età media di 40 anni, ma alcune arrivano fino
a 80 anni di vita; le pergole veronesi e trentine ne sono la caratteristica, un
metodo ben sperimentato nel tempo e che si è dimostrato resistente ai
cambiamenti climatici. Il vino che se ne ricava ha un livello di sapidità
ideale, presenta un equilibrio perfetto con la parte tannica. Merito anche
di un suolo calcareo, moderatamente alcalino, con una tessitura franco argillosa sabbiosa nella parte più profonda. Il
terreno è ricco di microelementi che stimolano la vite a produrre radici e ad
esplorare in profondità il suolo, generando un grande apparato radicale, serbatoio naturale di sostanze
importanti tra cui i microelementi utili all’arricchimento del succo degli
acini e inconfondibilmente presenti nel vino.
Luca Anselmi e Sofia Kherkeladze
I vini di Falezze, rossi dai vitigni corvina, corvinone, rondinella, oseleta, che partono dal Valpolicella Superiore e si estendono in Amarone della Valpolicella e Amarone Riserva offrono un alto profilo e sono rigorosamente biologici: il loro percorso, quasi completato verso la certificazione, è riassunto nelle parole di Luca Anselmi: “Il vino non è solo un raffinato piacere sensoriale e un elemento di socializzazione: è anzitutto un alimento e come tale una componente del nostro benessere. Pertanto anche il ricorso a una tecnologia evoluta che azzera ogni intervento chimico diventa un elemento imprescindibile di una proposta enologica d’eccellenza.
Eccellenza che
si esprime anche nella proposta grafica che mira a valorizzare ogni bottiglia prodotta, tra 10000 e 15000
l’anno, realizzata da Sofia Kherkeladze, artista georgiana moglie di Luca, che ha realizzato le etichette, tutte da ammirare, i cui temi sono l’eleganza e la femminilità, interpretati attraverso linee
fluide e l’uso di colori sfumati che raccontano un sogno contemporaneo.
Francesca Caon
I vini Falezze sono destinati all’alta ristorazione, tavole stellate in grado di interpretare e abbinare valorizzando le peculiarità di ognuno: cibo e vino armonizzano e si completano. Buona parte della produzione percorre rotte lontane, dalla Germania all’Australia.
L’abbinamento, mirato a far conoscere i pregi di questi vini e le loro potenzialità è l’origine di un progetto ideato da Luca Anselmi e che ha come base l’accoglienza. La tenuta Falezze accoglie e ha in programma di organizzare in futuro, momenti di degustazione dei suoi vini in abbinamento a cibi di pregio, allo scopo di far conoscere e metterne in evidenza le potenzialità a livello sensoriale.
Esperimento riuscito, la degustazione
guidata dei vini Falezze con il cioccolato della ditta artigianale Caon
Chocolate, dove le note persistenti del cioccolato hanno incontrato
l’armonia intensa dei vini per un’esperienza sensoriale completa e appagante.
Due realtà nuove nel panorama gastronomico che grazie ai loro artefici – Luca
Anselmi e la giovanissima maestra cioccolatiera Francesca Caon che,
con la sua competenza e passione ha saputo interpretare le sfumature complesse
di un tale abbinamento – offrono una visione innovativa del modo di fare
imprenditoria, dove la profonda conoscenza delle metodiche incontra la storia
del cibo e si fonde per dare origine a esperienze di alto profilo.
Una nuova prospettiva che nasce da affinità e conoscenza.